Biblioteche scolastiche innovative e post-verità

Il Piano Nazionale Scuola Digitale (Azione #24) evidenzia la necessità dell’aggiornamento della missione delle biblioteche scolastiche, concepite come centri di informazione e documentazione anche in ambito digitale. Per i gruppi di insegnanti insoddisfatti del modello del docente in “cattedra" preoccupato di trasferire i contenuti della disciplina attraverso il solo libro di testo, ritrovarsi intorno a questi nuovi centri di documentazione sarà l’occasione per sperimentare e ripensare insieme nuovi modelli di formazione e di apprendimento. Nel nostro Istituto un piccolo gruppo di insegnanti (progetto PROFILE), hanno iniziato il cambiamento di paradigma senza aspettare i tempi lunghi della politica. Immaginiamo che nella scuola ci sia uno spazio di libertà e responsabilità del singolo insegnante nella singola classe dove è possibile sperimentare strategie nuove e migliori.

Pensiamo che l'insegnante è soprattutto un facilitatore e un organizzatore dell'attività di apprendimento, dove lo studente diventa protagonista di tutte le fasi del loro lavoro, dalla pianificazione alla valutazione. In questo nuovo contesto il vecchio libro di testo non è più sufficiente, abbiamo bisogno invece nelle nostre aule, della disponibilità di molti libri, digitali e di carta, e di un agevole accesso alle informazioni in rete, per sviluppare insieme agli studenti il pensiero critico. Nella nuova era dell’interconnessione, per l’Oxford Dictionaries la parola dell’anno 2016 è stata “Post-truth”. La “Post verità” è un aggettivo che si associa ad una discussione, quando un fatto o notizia è meno rilevante delle emozioni e delle convinzioni personali, nella formazione della pubblica opinione.

Tra le motivazioni della scelta della parola “Post-truth” vi è l’elevata frequenza d’uso del termine nell’ultimo anno, con particolare riferimento al referendum britannico sulla Brexit e alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. L’irrilevanza dei fatti sulle opinioni personali è pervasivo, domina tutti i tipi di media; social media e mainstream come giornali e televisione. La fenomenologia ha preso nuova linfa dalla rete e dai social network. Ci troviamo davanti ad un problema ricorsivamente insolubile, perché la maggior parte delle persone non va alla ricerca di informazioni, ma cerca conferme alle proprie idiosincrasie. Poniamo domande non per avere consigli, ma per essere rassicurati sulle nostre convinzioni. Se voglio credere che i vaccini causano l'autismo, andrò a cercare siti e/o gli amici su facebook che mi dicono che i che esiste una correlazione tra il disturbo che si manifesta nei primi anni di vita e l’immunizzazione dalle malattie infettive. Per le nuove generazioni è essenziale uno spazio e un tempo per la riflessione, la speculazione, il confronto, che non deve mancare in un ambiente scolastico. La biblioteca va aperta anche alle famiglie in orario extrascolastico per diventare centro di informazione e documentazione di tutta la città.

PROFILE
Università Politecnica delle Marche
Newsletter n. 15 - Februay 19, 2017

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